Come lavoro

Nel lavoro con i bambini, proprio per la particolare età dei pazienti, utilizzo principalmente strumenti che permettono l’emergere di contenuti verbali e non verbali utili alla comprensione del funzionamento psichico del bambino, ma allo stesso tempo che non siano percepiti come “invasivi”.

Il gioco riveste una grande importanza: nella stanza sono presenti materiali ludici come bambole, personaggi che rappresentino una famiglia, costruzioni, plastilina ed anche giochi strutturati come puzzle o giochi da tavolo. Altro importante strumento che utilizzo è quello dell’attività grafica: matite e colori permettono al bambino di utilizzare un linguaggio a lui familiare e attraverso il quale i contenuti emotivi possano emergere con maggiore facilità.

Per i bambini giocare, disegnare, costruire sono infatti degli strumenti comunicativi molto importanti: attraverso l’espressione di sentimenti ed emozioni si può così andare a lavorare sull’elaborazione e la risoluzione dei conflitti.  

Il ruolo dei genitori all’interno della psicoterapia con i bambini

Nel primo colloquio, che avviene generalmente con i genitori, o con chi si prende cura del bambino, vengono valutate le motivazioni della richiesta d’aiuto e la reale necessità di un percorso di psicoterapia. Si prosegue poi all’interno di una prima fase di accoglienza e valutazione, incontrando sia i genitori insieme al bambino che il piccolo paziente da solo. Vengono poi definiti gli obiettivi e condivisi con i genitori. Lungo il percorso di psicoterapia, oltre alle sedute individuali, potranno essere proposti degli incontri con i genitori insieme al bambino o ai soli genitori.

In alcuni casi può essere suggerito a questi ultimi di intraprendere un percorso parallelo a quello del bambino, per far sì che i cambiamenti possano essere rinforzati anche a casa e per il benessere generale di tutti i componenti della famiglia. 

Come comunicare al bambino l’incontro con lo psicoterapeuta

Molti genitori esprimono il timore di comunicare al proprio figlio l’incontro con lo psicoterapeuta.  Innanzitutto se il bambino manifesta sintomi di disagio, il fatto stesso che il genitore si accorga di questo e chieda aiuto, lo mette già nella condizione di sentirsi ascoltato.

Sentirsi supportato dai propri adulti di riferimento, che mostrano la loro fiducia nella figura del professionista, permetterà al bambino di vivere l’incontro con lo psicoterapeuta senza particolari paure. Il fatto che i genitori vengano primariamente accolti da soli dallo psicoterapeuta e possano così affrontare il più serenamente possibile gli incontri, aiuterà il proprio figlio a sentirsi all’interno di un clima di fiducia, rassicurandolo su ciò che sta accadendo intorno a lui.

Nello specifico, il colloquio iniziale con i genitori può essere utile anche per trovare insieme le modalità migliori per comunicare al bambino il successivo incontro con lo psicoterapeuta.

In quali situazioni può essere utile un percorso di psicoterapia con il bambino

Le difficoltà e il disagio del bambino potrebbero essere connesse ad un periodo di particolare stress legato ai “passaggi scolastici” (dall’asilo alle elementari o dalle elementari alle medie), potrebbe esserci un malessere causato da eventi traumatici come l’allontanamento di un adulto di riferimento o un lutto, problematiche all’interno nel nucleo familiare o nel contesto scolastico.

E’ importante comunque sottolineare come non ci siano specifiche situazioni che debbano necessariamente condurre ad un percorso di psicoterapia: consultare un professionista può aiutare i genitori a decodificare i segnali di possibile malessere manifestati dal bambino, contestualizzarli e capire eventualmente in che modo poter essere aiutati.